Dopo mesi di svalutazione della propria moneta, aumenti dei tassi e tagli al rating l'Islanda è sull'orlo del default e sta mettendo in atto ogni sforzo per prevenire questa eventualità. Lunedì sera sono stati introdotti poteri di emergenza che autorizzano la nazionalizzazione delle banche, nel cui comunicato il Primo Ministro Geir Haarde dichiara che "l'economia islandese, nel peggiore dei casi, potrebbe essere risucchiata insieme alle banche nel vortice ed il risultato potrebbe essere la bancarotta nazionale".
Ieri è così stata nazionalizzata la Landsbanki, seconda banca del paese, e si è cercato di arginare la svalutazione della corona annunciando un ancoraggio a 131 euro. Per far fronte alla crisi il Governo islandese sta trattando con la Russia un prestito di 4 miliardi di euro e sono in corso trattative anche con il Fondo Monetario Internazionale.
Interessante, anche se non è una novità, è il rating attribuito da Moody's alla Landsbanki, A2 ovvero buona qualità ma soggetto a rischio futuro per il debito a lungo termine, mentre per quello a breve termine P-1 ovvero il livello di rating più alto.
E' corsa invece ai ripari Standard&Poor's che ha immediatamente ridotto il rating dell'Islanda da A- a BBB. Il rating Standard&Poor's dell'Islanda fino al 17 aprile di quest'anno era al livello A+, lo stesso livello che ha attualmente l'Italia.
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