I grafici a fianco raffrontano l'andamento degli indici di borsa odierni con i due maggiori precedenti storici di depressione, quella successiva al crollo di borsa del 1929 e quella ancora
in atto in Giappone, successiva al crollo del 1989.
Nel primo dei due grafici, confrontando i valori nominali degli indici, possiamo notare come in entrambi dei due precedenti gli indici siano arrivati a perdere fino a circa il 90% del loro valore prima delle crisi. Nel caso del 1929 ci vollero ben 25 anni per rivedere gli indici sui massimi precedenti al crollo. Per quanto riguarda il Giappone, 20 anni dopo il crollo l'indice nikkei vale soltanto il 20% circa del suo valore del 1989, rendendo probabile tempi di recupero ancora più lunghi. La crisi odierna è del tutto in linea con i due precedenti, avendo perso per il momento il 50% del suo valore dai massimi del settembre 2007.
Nel secondo grafico gli indici sono ricalcolati tenendo conto della variazione del prezzo dell'oro, uno dei metodi per poter tenere conto dell'inflazione effettiva registrata durante i tre periodi. Si possono così notare due differenze sostanziali con il primo grafico. Innanzitutto i massimi precedenti al crollo della crisi odierna non corrispondono a quelli nominali, ma risalgono al 1999, come spesso abbiamo evidenziato in alcuni post precedenti (vedi qui e qui e qui). Diverso anche l'andamento dell'indice nikkei che dopo aver perso il 50% dal 1989 al 1997, tornava nel 1999 quasi sui livelli precedenti al crollo, per poi capitolare nuovamente. Tenendo conto di queste variazioni, il crollo odierno (soprattutto nel caso del Giappone) sarebbe già molto vicino ai minimi raggiunti nel caso del 1929 quando l'indice perse il 90% del suo valore.
vedi anche:
Sarà un altro Giappone? (pt. II)
Occupazione e PIL in recessione
Preparandosi per la grande retromarcia
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