Uno dei principali fattori macroeconomici che influenzano i movimenti delle valute è il differenziale dei tassi di interesse tra le diverse nazioni.

Per quanto riguarda il rapporto euro-dollaro la relazione si può notare evidentemente dal primo grafico, nel quale sono rappresentati il rapporto di cambio (linea blu) e il differenziale dei tassi a dieci anni delle due divise (linea rossa).

Si possono osservare tre tendenze, nel 2005 il differenziale sale e l'euro scende nei confronti del dollaro, dal 2006 al luglio 2008 il differenziale scende praticamente ininterrottamente consentendo l'apprezzamento dell'euro da quota 1,18 fino al raggiungimento dei massimi a 1,60 per poi nella seconda metà del mese di luglio tornare a quota 1,50 con uno spread in leggero recupero.

Il secondo grafico ci permette di osservare in dettaglio il recupero messo a segno dal dollaro a partire da metà luglio fino ad oggi.

Anche in questo caso possiamo notare tre diverse fasi, la prima dal 2007 fino ai massimi di aprile 2008 con differenziale tassi in discesa ed euro-dollaro in aumento; la seconda fino ai massimi del luglio scorso con un movimento sostanzialmente laterale delle due variabili; la terza fase si contraddistingue invece dal proseguimento del movimento laterale dei differenziali di tasso ma dal recupero del dollaro nei confronti dell'euro, il quale dai massimi di 1,60 ritorna a 1,40.

Pur non essendo l'unico fattore ad influenzare il movimento dei cambi, il fatto che i differenziali dei tassi non abbiano sostenuto nella stessa misura il movimento del dollaro rende probabile una ripresa dell'euro nei prossimi mesi.

0 Comments:

Post a Comment







noitalfed:1102