La Banca Centrale Cinese è nei guai.
Ha fatto acquisti a mani basse negli Stati Uniti negli ultimi sette anni, comprando 1 trilione di dollari circa di titoli del Tesoro e di obbligazioni coperte da mutui emesse da Fannie Mae e Freddie Mac. Questi investimenti hanno perso molto del loro valore a causa della svalutazione del dollaro, mettendo in luce l'esiguità del capitale sociale della Banca Centrale. Il suo capitale, solo 3,2 bilioni di dollari, non è cresciuto nel frattempo, nonostante gli avvertimenti del Fondo Monetario Internazionale. Ora la Banca Centrale ha necessità di un infusione di capitale. Le banche centrali possono, ovviamente, stampare più moneta, ma ciò alimenterebbe l'inflazione. La Banca Centrale Cinese ha invece iniziato dei negoziati con il ministero delle finanze al fine di aumentare il proprio capitale, hanno dichiarato tre persone al corrente degli incontri i quali hanno insistito per rimanere in anonimato in quanto l'argomento è fra i più delicati in Cina.
La situazione difficile della Banca Centrale ha notevoli implicazioni. Innanzitutto, diminuisce la probabilità che la Cina lasci che lo yuan continui ad apprezzarsi sul dollaro, hanno riferito esperti del settore. Questo potrebbe accrescere delle tensioni commerciali con gli Usa. L'amministrazione Bush e molti democratici nel Congresso hanno spinto per uno yuan più forte al fine di ridurre la competitività delle esportazioni cinesi e ridurre così il deficit della bilancia commerciale.
La Banca Centrale è stata tra i più autorevoli sostenitori dello yuan forte in Cina. Ma si trova ora a dipendere maggiormente dal ministero delle finanze, il quale ha sempre tentato di opporsi al rafforzamento della valuta cinese. Se lo yuan perde valore, le esportazioni cinesi ne traggono vantaggio nei confronti di quelle degli altri paesi. Le due burocrazie sono state feroci rivali in passato. Accettare un'iniezione di capitale da parte del ministero delle finanze potrebbe ridurre l'indipendenza della Banca Centrale, ha detto Eswar S. Prasad, già rappresentante capo per la Cina al Fondo Monetario Internazionale.
"Le banche centrali non fanno ciò volentieri per non trovarsi nelle mani del ministero delle finanze". Egli ha dichiarato che durante il suo viaggio a Pechino per conto del FMI, ha ripetutamente avvertito la Cina per l'enorme ammontare di titoli americani in suo possesso, facendo notare che ciò rende la Cina vulnerabile alle perdite dovute sia ad un rafforzamento dell yuan sia ad aumenti nel tasso di interesse americano. Quando i tassi di interesse salgono, il prezzo dei titoli scende. Nessun commento da parte della Banca Centrale, mentre il ministero delle finanze non ha risposto alle chiamate o alle richieste di commenti inviate via fax.
I dati di uno studio della BIS di Basilea, Svizzera, a volte ribattezzata la banca centrale delle banche centrali, indicano che molte banche centrali alla fine del 2002 disponevano di un capitale limitato, ma poche così basso quanto la Banca Centrale Cinese. Dato lo scarso rendimento dei titoli esteri, il governo cinese potrebbe decidere di immettere sul mercato parte delle sue riserve in valuta straniera. Il ministero delle finanze ha comunque spinto gli investimenti in azioni oltreoceano. Nell'ultimo anno, ha preso controllo dei 200 billioni di dollari della China Investment Corporation, finanziati dalla Banca Centrale. L'operazione più pubblicizzata, un investimento di 3 billioni di dollari nel Blackstone Group nel maggio dell'anno scorso, ha perso più del 43% del suo valore iniziale.
Le difficoltà della Banca Centrale non determinano, in sè, un pericolo per l'economia, secondo gli economisti. Il governo ha ampie risorse ed un bilancio in attivo. Più probabilmente, il ministero delle finanze trasferirà semplicemente titoli di altre agenzie governative alla Banca Centrale per aumentarne il capitale. Ma anche in una nazione dove sono rare le critiche alla politica economica, segni di malcontento si stanno manifestando al riguardo degli investimenti all'estero. Per esempio, un blogger cinese ha scritto il mese scorso, "E' come se la Cina avesse fatto un regalo di 200 nuove portaerei alla Marina di Stato Americana". I banchieri stimano che 1 trilione di dollari, dei totali 1,8 trilioni che compongono le riserve in valuta straniera della Cina, sono investiti in titoli americani. Con un prezzo delle portaerei a 5 bilioni di dollari caduna, 1 trilione di dollari comprerebbe, in teoria, 200 portaerei.
Lo yuan è salito del 21% contro il dollaro da quando, nel luglio del 2005, la Cina ha revocato l'ancoraggio tra le due divise. Il calo attuale del valore degli investimenti della Banca Centrale sono un segreto di stato inviolabile. La Cina si trova sul bordo del precipizio. Se riducesse drasticamente gli acquisti di titoli denominati in dollari, il dollaro probabilmente perderebbe di valore repentinamente ed i tassi di interesse potrebbero salire. La Cina l'anno scorso ha speso più di un ottavo della sua intera produzione nell'acquisto di titoli esteri, ed ha mantenuto il trend nei primi mesi di quest'anno. I funzionari cinesi hanno dichiarato in commenti recenti che sono sempre più interessati a fermare il rialzo dello yuan, e quindi continueranno a comprare titoli esteri per rafforzare il dollaro. Di fatto, lo yuan si è indebolito leggermente il mese scorso contro il dollaro dopo 26 mesi consecutivi di rialzo.
Oltre ai titoli del Tesoro, la Cina ha investito pesantemente in titoli legati ai mutui emessi da Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti dei mutui in crisi che sono sostenuti dal governo degli Stati Uniti. Standard & Poor's stima l'ammontare di titoli in possesso della Cina in 340 bilioni di dollari. Alcuni operatori in titoli hanno il sospetto che la Banca Centrale abbia ridotto l'ammontare dei suoi acquisti di titoli, al pari delle banche commerciali cinesi. Ma le operazioni della Banca Centrale vengono eseguite attraverso canali terzi in molti paesi, rendendo l'attività oscura per molti analisti esterni.
La Banca Centrale ha tentato in tutti i modi di mantenere i suoi acquisti di titoli esteri. Il denaro proviene dalle riserve obbligatorie che le banche commerciali depositano presso la Banca Centrale. In effetti, le banche commerciali cinesi stanno prestando alla Banca Centrale più di un trilione di dollari ad un interesse inferiore al 2%. Per rafforzare le banche nonostante abbiano diritto ad un così basso tasso di interesse sulle riserve, la Banca Centrale ha mantenuto bassi i tassi sui depositi. Il divario tra quello che le banche pagano sui depositi ed i tassi applicati ai clienti ordinari per i prestiti è di molti punti percentuali. Questo equivale ad un trasferimento di ricchezza dai risparmiatori cinesi alla Banca Centrale e da questa agli Usa i quali stanno vendendo il loro debito ai cinesi. La Banca Centrale è ora sotto pressione per ridurre la riserva obbligatoria delle banche commerciali in modo da favorire la crescita a fronte di un'economia che mostra segni di rallentamento.
Victor Shih, esperto della Banca Centrale Cinese alla Northwestern University, ha dichiarato che quando è stato in visita alla Banca Centrale Cinese per una serie di incontri questa estate, è stato sorpreso dal rancore di molti funzionari risentiti per le perdite della loro istituzione. Egli ha dichiarato che i funzionari cinesi danno la colpa agli Usa e credono nei controversi racconti del libro "Guerra delle valute", un best-seller cinese pubblicato l'anno scorso. Il libro insinua che gli Usa abbiano deliberatamente indotto la Cina a comprare i suoi titoli sapendo che avrebbero perso valore in futuro. "Molti politici in Cina, almeno di medio livello, credono a questo racconto", ha dichiarato Shih.
http://www.nytimes.com/2008/09/05/business/worldbusiness/05yuan.html
0 Comments:
noitalfed:1102