Da un po' di tempo è in atto un dibattito all'interno dell'apparato finanziario per stabilire se gli Stati Uniti stanno attualmente attraversando un periodo di inflazione, deflazione, stagflazione, reflazione, iperinflazione, o forse addirittura qualche altra specie di "-flazione" che soltanto il Dott. Seuss potrebbe immaginare.

Purtroppo, la maggior parte di questo dibattito è improduttivo perché i partecipanti usano differenti definizioni per questi termini ed anche quando usano le stesse, trovarsi daccordo su di una semplice definizione non è sufficiente per descrivere le profonde forze economiche al lavoro e quali potrebbero essere i loro effetti. Data la confusione, questo articolo aggiungerà un po' di colore alla discussione offrendo le definizioni utilizzabili dei termini inflazione e deflazione per poi tentare di mostrare che cosa sta accadendo nell'economia odierna.

Che cosa è l'inflazione?

La definizione più comunemente usata di inflazione - un aumento generale dei prezzi delle merci e dei servizi - è probabilmente la meno descrittiva e sicuramente la più ingannevole. Non a caso, questa è la definizione usata dai politici, dai giornalisti finanziari e dagli opinionisti della CNBC; ed è quello insegnato nelle scuole e nelle università. La ragione per cui questa definizione è ingannevole è perché, come descritto in un articolo recente, non mette in relazione la causa del fenomeno (un aumento nella offerta monetaria) con i relativi effetti finali (un aumento dei prezzi delle merci e dei servizi).

Inoltre, l'uso di questa definizione conduce all'uso di termini ridicoli come "inflazione alimentare" per descrivere gli aumenti di prezzo in alcuni prodotti agricoli specifici. L'assurdità di questa nozione è evidente notando il fatto che nessuno si lamenta mai della "inflazione delle azioni" oppure della “inflazione immobiliare" e che nessun manuale di economia contiene un'inchiesta che spiega come la politica monetaria ha causato la "inflazione stile Beanie Baby" dal 1995 al 1999.

Se accettiamo per valido il famoso detto di Milton Friedman che “l'inflazione è sempre e dappertutto un fenomeno monetario", allora dovremmo adottare una definizione che riconosca esplicitamente questo punto. Gli economisti austriaci prominenti quali Ludwig von Mises, Henry Hazlitt e Murray Rothbard hanno presentato definizioni che variano leggermente l'una dall'altra, ma un aspetto comune a tutti è l'aumento dell'offerta monetaria.[1] Di conseguenza, adotterò questa semplice definizione. La deflazione sarà definita per contro una diminuzione nell'offerta monetaria. Per dare però un significato compiuto a queste definizioni, tuttavia, occorre anche avere una definizione precisa di moneta.

Che cosa è la moneta?

La moneta, come spiega brevemente Frank Shostak, è “quello con cui tutte le altre merci e servizi sono commerciati." In pratica, la moneta è tipicamente un bene omogeneo e durevole che è riconosciuto universalmente come qualcosa di valore e che la popolazione è disposta ad accettare in cambio delle merci e dei servizi. Può essere oro o pezzi di carta scambiati fisicamente nelle transazioni, o può essere tali articoli depositati in istituzioni come le banche ed utilizzati tramite assegni, carte di credito, o altri mezzi.

Le complicazioni nell'applicazione di questa definizione, tuttavia, sorgono a causa di pratiche bancarie come la riserva frazionata. Quando un cliente deposita una somma di denaro in un conto corrente di una banca a riserva frazionata, la banca può prestare il 90% del suo deposito ad un'altra persona con il presupposto che il depositante non ritirerà tutti i suoi fondi. Quando la banca estende tal prestito, il depositante ha effettivamente prestato i suoi soldi al mutuatario, ma senza saperlo. Infatti, sia il depositante che il mutuatario avranno titolo giuridico alla stessa somma di soldi nello stesso tempo. Fintanto che il depositante crede di poter ritirare in qualsiasi momento i suoi soldi dalla banca, egli percepisce di possedere ancora il 100% del suo deposito. Di conseguenza, l'offerta monetaria è diventata il 190% di quello che era inizialmente. Ma questo è soltanto il primo passaggio. Quando i nuovi soldi vengono depositati, generano a loro volta altri soldi, che possono anche essere depositati senza sosta attraverso il sistema bancario fino a che l'offerta monetaria non diventi fino a 1000% di quello che era in origine.

I prestiti come quello qui sopra, che Ludwig von Mises identifica come “credito circolante", hanno l'effetto di aumentare l'offerta di moneta, e si differenziano dai prestiti in cui il prestatore interrompe temporaneamente i suoi diritti sui soldi, come accade quando un depositante compra un certificato di deposito di una banca. Durante la vita del certificato, il depositante presumibilmente capisce che non può ritirare i suoi soldi fino alla scadenza e quindi si comporta di conseguanza.

In altre parole, un prestito che comporta un trasferimento provvisorio di soldi da un soggetto ad un altro non aumenta l'offerta monetaria. Un prestito in cui il creditore mantiene in qualche modo pieno titolo e l'uso dei soldi prestati aumenta l'offerta monetaria.

Inflazione o deflazione?

Per determinare se attraversiamo un periodo di inflazione o deflazione, allora è sufficiente rilevare l'offerta di moneta. Appositamente, il Ludwig von Mises Institute recentemente ha cominciato a pubblicare i dati sulla vera offerta monetaria (TMS: True Money Supply). A differenza dei vari aggregati monetari pubblicati dalla Federal Reserve, il TMS include correttamente quei conti che sono soldi ed esclude le forme di accreditamento che assomigliano ai soldi ma non lo sono (per esempio, fondi di investimento mutualistici del mercato monetario). Un grafico del TMS per i cinque anni scorsi è mostrato qui sotto:


Anche se ci sono leggeri movimenti in discesa di tanto in tanto, il TMS sta generalemente aumentando ed ha continuato ad aumentare anche dopo l'ultimo rilevamento nell'aprile 2008. Di conseguenza, usando la mia definizione, stiamo avvertendo inflazione. Mentre questo è perfettamente chiaro, si deve fare attenzione a non trarre determinate conclusioni basate su quest'osservazione.

Inflazione cattiva, inflazione non-cattiva

Una ragione per cui gli economisti austriaci pongono molta enfasi sul fenomeno della inflazione è che è spesso causa dei cicli di espansione-recessione. È un tipo specifico di inflazione, tuttavia, che causa le espansioni insostenibili, essa è da me chiamata “inflazione cattiva". E' l'inflazione che si produce nelle operazioni bancarie di riserva frazionata, dove i soldi che sono intesi per essere usati per il consumo corrente sono prestati al mercato, trasmettendo falsi segnali circa le preferenze della gente per il consumo corrente piuttosto che futuro, ciò rende impossibile al mercato allocare correttamente le risorse. Fintanto che i partecipanti al mercato non sono informati della creazione di moneta o non possono determinarne il relativo tasso o comportarsi di conseguenza ad esso, effettueranno investimenti o adotteranno livelli di consumo i quali sono insostenibili. Nella stessa maniera come gli schemi di Ponzi possono funzionare apparentemente bene per anni o più prima di collassare, le espansioni insostenibili causate per mezzo di "inflazione cattiva" potrebbero persistere per un po', ma sicuramente crolleranno quando la realtà emergerà, i prezzi si adegueranno e imprese precedentemente in utile usciranno dal mercato.

L'altro tipo di inflazione che può verificarsi la chiamo "inflazione non-cattiva". Questo tipo di inflazione non conduce a pericolose espansioni e recessioni, ma non è necessariamente "buona" in alcuna maniera. Piuttosto, è una cosa naturale in un vero libero mercato. Un esempio di questo tipo di inflazione avverrebbe in una società in cui l'oro è usato come moneta. In una tal società, sarebbe previsto che una certa quantità di oro fosse estratta dalla terra e fosse aggiunta all'offerta monetaria ogni anno. Finchè il tasso di questo aumento nell'offerta monetaria è accettabile per la popolazione (se non lo fosse, un prodotto differente sarebbe selezionato per funzionare come moneta), gli imprenditori effettuano i loro calcoli e basano i loro piani su questo aumento. Se la crescita nella produzione delle merci e dei servizi fosse più veloce della crescita dell'offerta monetaria, si registrerebbero prezzi in discesa. Le merci ed i servizi scenderebbero di prezzo nei confronti dell'oro e tutti aggiusterebbero le proprie aspettative a questi prezzi calanti e si comporterebbero di conseguenza, esattamente come la gente nella società moderna deve adeguare il proprio comportamento rispetto ai prezzi in aumento.

Per fornire un ulteriore descrizione dei motivi per cui “l'inflazione cattiva" conduce ad errori nelle decisioni, si consideri l'esempio di un servizio di parcheggio custodito in un edificio di uffici. Ogni mattina quando arrivate sul lavoro, lasciate la vostra automobile al custode. Alla sera, riprendete la vostra automobile e ve ne andate. Ora supponete che il custode abbia allo stesso tempo aperto un commercio parallelo dove presta la vostra automobile ad uso taxi per alcune ore durante il giorno (così come una banca a riserva frazionata). Finchè non andate mai durante il giorno, nessun problema accadrà. Tuttavia, se partite dal presupposto che potete riprendervi la vostra automobile in qualsiasi momento e vi capita di provarci un giorno, scoprirete che la vostra auto non c'è e non potrete onorare gli impegni che avevate preso precedentemente.[2]

Ora considerate il suddetto scenario ma con un piccolo cambiamento: il custode vi ha rivelato il suo commercio parallelo. Supponendo che acconsentiate ad esso (potrebbe ridurre la vostra tariffa di parcheggio), non supporrete che la vostra automobile sia a vostra disposizione durante il giorno. Quindi programmerete di conseguenza gli impegni ed eviterete gli errori che sarebbero inevitabili nel primo scenario.

Espansioni insostenibili

Come notato precedentemente, gli Stati Uniti stanno attraversando un periodo di inflazione e, sotto il Sistema della Federal Reserve (FRS), l'inflazione è soprattutto guidata dall'espansione del credito in circolazione effettuata da parte delle banche commerciali che aderiscono al FRS. Come tale, è "inflazione cattiva". Chi ha familiarità con la teoria austriaca dei cicli economici potrebbe quindi concludere frettolosamente che gli Stati Uniti continueranno ad avvertire un'espansione insostenibile e che i prezzi dei prodotti continueranno ad aumentare, come è accaduto negli ultimi mesi. Tuttavia, trarre una tale conclusione sarebbe prematuro. I fallimenti di grosse aziende e le riduzioni diffuse nel consumo stanno minacciando la solvibilità delle banche le quali sono responsabili della creazione di moneta. Poichè queste banche interrompono i prestiti per capitalizzare le loro perdite, l'offerta di moneta in circolazione tenderà a diminuire. Questa pressione potrebbe alla fine avere la meglio su qualsiasi nuova moneta il FRS stia generando altrove e condurre alla deflazione.

Coloro i quali sostengono che la Federal Reserve abbia la capacità di semplicemente stampare quanta moneta desideri hanno completamente ragione da un verso, ma forse non riescono a rendersi conto che la massa dell'offerta monetaria è sotto forma di credito circolante, che le banche, piuttosto che la Fed, creano. La Fed controlla direttamente soltanto la base monetaria, che è composta basicamente dalla moneta fisica e dalle riserve delle banche. Quando la Fed compra le obbligazioni attraverso le operazioni di mercato aperto, la base monetaria aumenta dell'importo corrispondente, ma in fondo sono le banche ed i loro clienti che determinano l'importo del credito in circolazione sviluppato a partire dalla base monetaria. Da questo nasce l'idea che l'azione della Fed possa essere di scarso effetto. La Fed può aumentare le riserve delle banche acquistando le loro obbligazioni, ma non può obbligarle a prestare queste riserve al mercato. Per vedere l'ammontare della base monetaria che riguarda l'offerta monetaria totale, si consideri il grafico qui sotto:


Come mostra il grafico, la base monetaria è approssimativamente 850 miliardi di dollari, confrontato al TMS, che è circa 5.4 trilioni di dollari. La Fed quindi direttamente controlla soltanto circa il 15% dell'offerta monetaria. Da notare è anche il fatto che malgrado in molti accusino la Fed di aver generato inflazione immensamente nell'anno scorso, la base monetaria è rimasta relativamente stabile. Di conseguenza, la Fed "non sta stampando nuova moneta" ma sta contando sulla capacità delle banche nell'espandere il resto dell'offerta monetaria. E finchè esse continueranno a riportare perdite (dovute alla presenza di obbligazioni ad alto rischio insolvenza o altri investimenti sbagliati), la loro capacità di estendere nuovi prestiti sarà ridotta e ci sarà una pressione in discesa sull'offerta monetaria e potenzialmente una deflazione.

La risposta della Fed

La maggior parte della gente è condotta a credere che la deflazione sia una cosa negativa, ma non è così. Al contrario, è precisamente cosa l'economia richiede per eliminare i malinvestimenti generati dalle politiche inflazionistiche della Fed. Purtroppo, la deflazione tende ad essere politicamente sgradevole perché causa, tra l'altro, un aumento provvisorio nella disoccupazione mentre le risorse in capitale sono ridistribuite ai settori più produttivi. Di conseguenza, potrebbe darsi che la Fed faccia qualsiasi cosa possa evitare la deflazione, per non accennare il fatto che il suo presidente, Ben Bernanke, è diventato famoso grazie ai suoi discorsi circa l'importanza di impedire la "deflazione" (egli usa la definizione di prezzi calanti).

Dato l'obiettivo di evitare la deflazione (usando la mia definizione), la Fed può andare in due direzioni. Può "stampare" grandi quantità di moneta ed iniettarla nell'economia attraverso i vari mezzi, ma in questo modo corre il rischio di condurre all'iperinflazione[3] dovuta "all'effetto moltiplicatore": se i requisiti di riserva delle banche rimangono costanti, ogni aumento della base monetaria potrebbe provocare un aumento di fino a 10 volte maggiore dell'offerta di moneta. Così facendo se la Fed aumenta troppo rapidamente la base monetaria, il potenziale per un ulteriore sviluppo esplosivo dell'offerta monetaria potrebbe condurre ad una perdita assoluta di fiducia nel dollaro e nel relativo suo abbandono da parte delle altre banche centrali straniere e di altri grossi detentori di dollari. E per il governo, distruggere un sistema monetario non convertibile quale il dollaro è come uccidere la gallina dalle uova d'oro. Malgrado tutti i disaccordi che uno può avere con Ben Bernanke sulla teoria economica, non è uno sciocco. Finora ha appoggiato delle forme leggere di aumento keynesiano della spesa, ma ancora non ha fatto ricorso alla stampa. Ho molti dubbi che egli perseguirà una politica che egli creda possa causare iperinflazione.

Invece di stampare nuova moneta, la seconda opzione della Fed è di provare in qualche modo a convincere le banche a concedere più prestiti, le imprese ad indebitarsi ed espandersi ed i consumatori a continuare a consumare. Tutto ciò è molto impegnativo effettivamente, dato il sentimento negativo generale nel mondo degli affari. Il crollo immobiliare ha condotto al licenziamento di molti operai e alla constatazione dei proprietari di case di non essere così ricchi come immaginavano di essere. I fabbricanti di automobili ed i rivenditori stanno soffrendo molto ed altri problemi continuano a contagiare quasi tutte le zone dell'economia. La sfida della Fed è resa difficile dal fatto che il relativo abbassamento dei tassi di interesse ha condotto ad un indebolimento del dollaro significativo contro le valute estere, che ha avuto l'effetto di aumentare i prezzi delle importazioni, conducendo ad ulteriori riduzioni nei consumi e negli investimenti.

Per combattere le forze deflazionistiche che premono sulle banche, vediamo la Fed fare tutto ciò che è in suo potere, tranne stampare moneta, per impedirgli di andare incontro a delle perdite. Ecco perchè abbiamo visto la Fed prendere decisioni che, come ha detto l'ex presidente Paul Volcker, "si spingono al limite dei suoi poteri legali ed impliciti." Quando la Fed ha fornito 30 miliardi di dollari nel finanziamento a JP Morgan per acquistare Bear Stearns, non ha salvato Bear Stearns ma le sue controparti. Se avesse permesso che Bear Stearns fallisse, le banche che le avevano prestato denaro avrebbero dovuto riportare delle perdite, riducendo quindi le loro riserve e la loro capacità di credito. È persino possibile che il fallimento di Bear Stearns avrebbe indotto altre grandi ditte a diventare insolventi a loro volta e dichiarare fallimento.

In altri tentativi di favorire le banche commerciali a creare moneta, abbiamo visto la Fed generare tre nuovi tipi di prestito (TAF, TSLF e PDCF) - in successione, nella speranza che la liquidità supplementare che forniscono avrebbe indotto le banche ad espandere il credito. Dato che ciascuno di loro ha avuto un successo limitato, non si sa di quali altre specie di creazioni la Fed sarà capace se le banche continueranno a riportare delle perdite e quindi ridurre l'ammontare del in circolazione.

Conclusione

In conclusione, il dibattito se siamo in un periodo di inflazione o deflazione è semplice se è soltanto questione di osservare i cambiamenti nell'offerta monetaria. Il dibattito diventa molto più complesso, tuttavia, se lo scopo è predire che cosa accadrà in avvenire. Mentre gli indicatori dell'offerta monetaria possono fornire una certa indicazione di quello che succederà, è necessario anche avere una comprensione completa dei funzionamenti del sistema bancario e del ruolo delle imprese e dei consumatori nella creazione e nella distruzione di moneta. La Fed ha già intrapreso parecchie azioni drastiche nel tentativo di impedire la deflazione, ma rimane da vedere se è possibile realizzare un tale obiettivo senza distruggere il dollaro e l'intero sistema finanziario.

[1] Mises e Rothbard forniscono definizioni simili a quella che io chiamo "inflazione cattiva", Hazlitt fornisce una qualche vaga definizione di un "aumento dell'offerta di moneta e di credito"
[2] Un simile scenario condurrebbe a errori di calcolo economico in altri ambiti. Anche se l'offerta di auto sembrerebbe essere doppia, ci sarebbe comunque una sola automobile. Questo manderebbe un falso segnale agli autisti di taxi riguardo al numero di auto effettivamente a disposizione. Se lo scenario cambiasse in modo che foste voi riprendere la vostra auto prima che arrivi un tassista a noleggiarla, egli si troverebbe in una situazione di "crisi di liquidità" e rimarrebbe senza nessuna automobile da affittare. In un certo senso, questo è lo stesso concetto che sta alla base della teoria austriaca dei cicli economici - ovvero quando della moneta entra nel circuito creditizio quando non dovrebbe, manda falsi segnali alle imprese circa le preferenze dei consumatori sul consumo presente o futuro
[3] Per iperinflazione, intendo una scenario dove la moneta perde il suo valore così rapidamente che i consumatori sono costretti a spenderla il più velocemente possibile

http://www.mises.org/story/3040

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