Continua la corsa dei prezzi dei credit default swaps, ovvero costa sempre di più assicurarsi contro il fallimento di qualsiasi emittente di obbligazioni.
A cominciare dai paesi stessi, per continuare con le agenzie governative, le istituzioni finanziarie ed infine ogni tipo di emittente privato più o meno solvibile, tutti hanno visto aumentare di molto il prezzo pagato per assicurarsi da una loro possibile bancarotta.
Nell'ultima settimana a farne le spese è stata in particolare l'Irlanda, che ha visto il costo dei credit default swaps a 5 anni crescere di circa il 35% in una sola settimana, superando in questa speciale classifica la Grecia.
La causa principale ovviamente sta nei continui interventi dei governi in soccorso delle banche insolventi ed in sostegno all'economia dei vari paesi.
Interventi che hanno prodotto in alcuni casi delle situazioni difficilmente immaginabili fino a pochi mesi fa, come il fatto che alcune banche abbiano un rischio default inferiore ai paesi che, in questo momento, garantiscono sui depositi delle banche stesse.
In particolare questo è valido per le banche italiane, come Unicredit, e per quelle inglesi, Lloyds TSB e HSBC.
vedi anche:
Stati Uniti e Regno Unito sull'orlo di un disastro del debito
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Italia a rischio default
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